-- ASSUNZIONE DI MARIA --
Lc 1,39-56;
-- (Sergio Bastianel SJ) -- 

Celebrando la “gloria” di Maria, il compimento della sua esistenza alla maniera della resurrezione, la pienezza della sua comunione con il Figlio in cielo, la liturgia ci propone il testo lucano delle “visitazione” ad Elisabetta, con l'inno del Magnificat come espressione del modo interiore del vivere di Maria.

Ha saputo della cugina e va a trovarla e si ferma da lei tre mesi. Attraverso la cugina le arriva una rivelazione che conferma il compiersi della parola che ha ascoltato ed accolto. La sua storia di fede, la sua singolare chiamata e il suo rispondere, già in queste poche righe è tutto inserito in una storia concreta, quella che Dio opera e che sempre coinvolge le persone da lui chiamate.
 
L'inno con il quale Luca esprime la risposta di Maria ci permette di riconoscere il modo interiore in cui ella vive ciò che sta succedendo. Uno sguardo di fede, nutrito alle tradizioni cui partecipa, le permette di interpretare la propria vocazione come parte di una storia.
 
La gratitudine perché Dio si è occupato di lei si esprime in lode, perché Dio è cosi ed è bello che sia così.
 
Ciò che Dio sta operando anche attraverso di lei è il compimento della promessa, il bene che egli da sempre vuole per il suo popolo. E tutto diventa parola di lode e di benedizione.
 
Un’interiorità che riconosce e “magnifica” l’operare presente di Dio offre lo sguardo credente alle quotidiane decisioni buone, espressioni di prossimità che la persona credente impara dall’operare di Dio. Questa esistenza personale di Maria, interiorità e prossimità concreta, anima e corpo, pienezza di umanità e di fede, questa esistenza è compiuta nella pienezza di comunione con Dio.
 
Maria assunta in cielo. Ci viene ricordata la gloria, ci è indicata la via, per grazia resa possibile in Cristo.
 
Signore, porta a compimento il nostro credere.
 
 

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