At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23-26

(riflessione di p.Sergio Bastianel sj)

“Li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio”.

A Babele parlavano delle loro opere, per la loro grandezza: e finivano per non capirsi più (Gn 11,1-9).

Ora i discepoli sperimentano e accolgono la reale presenza di Dio in loro, il dono dello spirito di Gesù in loro, che li fa capaci di riconoscere il Signore e la novità di vita loro donata in lui. Parlano di questo, lodano Dio nel suo operare, riconoscono di essere salvati, hanno da dire una parola che non è loro ma del Signore. In qualche modo, misterioso ma riconoscibile, è Dio che parla in loro e attraverso loro.

Il dono dello spirito crea comunione, tra i discepoli stessi e con coloro che li ascoltano/vedono. Una umanità nuova, in quel Gesù  che hanno conosciuto e annunciano, che vivono presente e salvatore, al quale si affidano e che perciò possono testimoniare.

Signore, continua in noi questa meraviglia. Crea in noi questo cuore nuovo, questa interiorità animata dal tuo Spirito, questa umanità realmente simile alla tua. Sia reale e riconoscibile nella tua chiesa la tua umanità. Che ciascuno ci senta parlare nella sua lingua, perché non è la nostra ma la tua…

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