IV di Quaresima: Gs 5,9a.10-12; Sal 33; 2Cor 5,17-21; Lc 15, 1-3.11-32

(riflessione di p. Sergio Bastianel sj)

Diversi tra loro i due figli. Lo stesso Padre per entrambi, lo stesso amore, lo stesso desiderio per i figli: che essi siano con lui, siano figli, condividano la “casa”, cioè la vita e quanto occorre per vivere.

Comunione con il padre è pure condividere il suo sguardo all'altro figlio, volerlo fratello, farlo essere fratello.

Il padre che aspetta il ritorno del minore aspetta pure il maggiore ed esce a cercarlo per spiegargli il suo animo. Non “condona” il debito del minore, non cerca il suo lavoro. Lo vuole figlio. Come non si accontenta delle prestazioni del maggiore. Lo vuole figlio.

Ad entrambi offre e chiede la stessa cosa: una compiuta relazione di figli e quindi di fratelli.

Quale che sia la tua condizione, una è la chiamata: essere con Lui, essere dalla sua parte, essere come lui.

Possibile? Con Lui sì. Anche se siamo come l'uno o l'altro dei due figli.

La parola che ci è affidata è parola di riconciliazione: perché ci lasciamo riconciliare e per mediare riconciliazione. Altro modo per dire un compito di comunione possibile “oggi”.

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