Solennità del Corpo e sangue di Cristo

Gen 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17

(riflessione di p.Sergio Bastianel sj)

"In memoria di me". Nell'Eucaristia ricordiamo al Padre che in Gesù egli ha compiuto e compie la salvezza. Gli diciamo di saperlo, gli diciamo di crederlo. Gli affidiamo l'opera sua, ci affidiamo all'opera sua.

Ricordiamo il compiersi dell'opera sua nella nostra vita, nel dono della fede e della comunione. La fragilità dei segni non ci impedisce -per grazia- di riconoscere la sua presenza. La fragilità esteriore ed interiore del nostro vivere non ci impedisce -per grazia- di riconoscere la sua presenza e il suo operare efficace.

Sostiamo con lui e insieme tra noi, in questo riconoscere che alimenta il desiderio di consegna co-operante, che ci fa partecipi, che ci rende figli nella profondità dello spirito e nel gesto concreto, che ci fa discepoli avveduti nell'ascolto docile e intelligente dello Spirito, perché possiamo vivere "questo" in memoria di lui.

La sua esistenza (corpo e sangue) consegnata a/per noi ci fa vivere (è pane e vino, ciò di cui abbiamo bisogno per vivere). Vita per altri è chiamata ad essere e può essere (nella reale comunione con lui) la nostra esistenza consegnata, luogo della sua reale presenza di salvezza nella storia.

A noi non è dato di moltiplicare i pani, per grazia di Dio. Ci è dato di mettere a disposizione quelli che abbiamo (tutto ciò che fa vivere). Se lo facciamo, il Signore può fare anche miracoli attraverso di noi.

Chiediamo questo miracolo: la comunione con lui ci faccia essere sua presenza reale nella nostra storia.

Abbiamo 4 visitatori e nessun utente online