-- Come il Padre vostro --

Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16,23; Mt 5,38-48;

-- (riflessione di p.Sergio Bastianel SJ) --


Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo”.

La motivazione sembrerebbe quasi un dover essere degni. Ma la santità di Dio si fa riconoscere nella sua prossimità, che è amore, misericordia, salvezza donata a coloro cui egli si rivela. E la santità richiesta è quella che si impara da lui e si vive nel nostro farci prossimi a chi ne ha bisogno: amerai il tuo prossimo, questo è riconoscere il Signore.

Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.

Di quale perfezione parliamo? Quella che Dio rende possibile, quella che egli rivela, quella che fa simili a lui. L'esperienza di Dio aveva già aiutato nei tempi antichi a superare la vendetta arbitraria con la legge del taglione che pone una misura come di proporzione. Si era pure giunti a riconoscere che non poteva essere vissuto come nemico nessuno dei membri del proprio popolo, perché tutti sono amati da Dio.

Ma io vi dico…

Ciò che Gesù rende visibile nella sua umanità e possibile a chi lo accoglie è un amore senza confini e senza condizioni, un amore gratuito come il suo. Siamo chiamati ad essere partecipi, nella comunione con lui, nella prossimità che crea comunione.
Tutto vi è dato per il vostro bene: la vita e le sue possibilità, la fede e coloro che ve l'hanno mediata. Tutto vi è affidato. Ma abbiate attenzione nel vostro cercare il bene. I criteri non possono essere quelli di una presunta sapienza che in realtà si fonda su logiche mondane di efficacia, di appartenenza, di forza, di possesso, riuscita o potere.

Voi siete di Cristo e Cristo è di Dio”.

Sapiente è chi riconosce e vive il dono della comunione con Dio, il Padre di nostro Signore Gesù Cristo. Questa sapienza si impara da lui, nella familiarità con lui, nell'ascolto della sua parola, affidati alla sua parola.
Con testi diversi, dal Levitico, da Paolo, da Matteo, siamo rimandati ad una conoscenza di Dio che è dono suo per il nostro vivere in lui con lui. Ci è dato di vivere il discernimento quotidiano, per le nostre piccole e grandi decisioni, entro un orizzonte di comprensione e di decisione che ha il respiro di Dio, lo sguardo di Dio, il sostegno della sua presenza e del suo operare: siamo resi figli nel Figlio. E il segno del nostro accogliere sarà sempre nel nostro diventare fratelli.

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